Roberto Giacomucci
Dynamic Forces
In epoca moderna, alcuni tra gli artisti più celebri, alla ricerca di nuove strategie per calamitare l’attenzione del fruitore, inserivano all’interno delle proprie opere, uno o più personaggi, che spesso associamo ai loro autoritratti, il cui sguardo era rivolto verso il pubblico, fuori dallo spazio dell’opera stessa, alla ricerca di un legame che ingaggiasse con lo spettatore un gioco di rimandi teso a stabilire un legame di reciprocità.
Roberto Giacomucci, designer e creativo di lungo corso, in Dynamic Forces dichiara apertamente lo stesso principio: incarnandosi egli stesso nella freccia nera che è soggetto e attore principale delle opere, spinge la materia ad una variazione innescata, per l’appunto, da una forza di tipo fisico. Nel farlo, proprio grazie all’esemplificazione incarnata dalla freccia che ci mostra la direzione della forza che va ad agire sui materiali/forme, lo spettatore può comprendere attivamente il processo in corso ricostruendo l’intera sequenza dell’azione pur percependo l’istantaneità del momento rappresentato. La freccia, che è poi l’artista, racchiude in sé la velocità dell’intuizione nel conoscere con puntualità il mondo, il percorso netto verso una meta stabilita che ne è naturale compimento; in essa non ci sono elementi di ambiguità, solamente unificazione, decisione e sintesi.
Dai programmi di progettazione e dai rendering 3D che accompagnano la quotidianità di un designer, queste sculture plastiche si proiettano nel nostro universo analogico compiendo un viaggio opposto rispetto a quello che traduce il nostro mondo in cifre binarie e pixel. Il loro carattere giocoso e i colori accesi, scelti in una tavolozza di tinte primarie sature e brillanti, ce li presentano come elementi apparentati al cyberspazio dei videogames e delle realtà virtuali la cui idealità viene però sconvolta da un impeto tra i più reali mai codificati: le forze fisiche identificate dalle frecce direzionali.
Sfruttando la grafica tipica del fumetto, Giacomucci sa imbrigliare il tempo congelando il momento preciso in cui la materia subisce una variazione condensando, in queste realizzazioni essenziali dai tratti minimalisti, anni di sviluppo progettuale e studio dei materiali e delle loro caratteristiche ma senza cadere nel didascalico. Quella che ci propone l’artista è la scena centrale di uno storyboard: gli effetti dell’esercizio della forza si sono appena innescati, perciò in questa serie di opere permane una tensione ulteriore: l’azione è al suo esordio, ne cogliamo il momento clou ma possiamo, ognuno seguendo le proprie inclinazioni e prospettive, immaginare l’inizio e la fine.
Potremmo dire, in chiusura che Dynamic Forces congela azioni in potenza, le studia e analizza nel suo apice e ci esplica il meccanismo che ne è alla base; ma è anche un ironico e divertente campionario di situazioni instabili, in movimento e che tendono a scompigliare e alterare la materia come solo chi la conosce così profondamente può divertirsi a fare giocando con le sue consistenze e sfruttandone proprietà e caratteristiche specifiche.
Nicoletta Rosetti